L’insufficienza pancreatica consiste nell’incapacità del pancreas a produrre e/o trasportare enzimi digestivi necessari alla digestione degli alimenti e al loro assorbimento intestinale. Tale condizione clinica costituisce il tipico risultato di un progressivo danno pancreatico, che può derivare da una pancreatite acuta o cronica oppure può essere il risultato di malattie autoimmuni come le malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e Rettocolite ulcerosa) ed alcune connettivopatie come la sindrome di Sjogren e l’artrite reumatoide.
L’insufficienza pancreatica solitamente si manifesta con sintomi di malassorbimento, malnutrizione, deficit vitaminico e perdita di peso (o incapacità ad aumentare di peso nei bambini) e spesso si associa a steatorrea (feci molli, grasse, maleodoranti).
Negli ultimi anni ha assunto un ruolo di rilievo nella diagnosi dell’insufficienza pancreatica la determinazione quantitativa dell’elastasi pancreatica, in particolare dell’Elastasi 1, nelle feci.
Elastasi –1 è un enzima proteolitico prodotto e secreto dal pancreas che, a differenza di altri enzimi pancreatici come la chimotripsina, non viene significativamente degradato durante il transito intestinale e di conseguenza la sua concentrazione nelle feci riflette bene lo stato funzionale del pancreas esocrino.
In caso di insufficienza pancreatica i livelli di tale enzima risultano ridotti (inferiore a circa 200 mcg/g di feci). Nei pazienti affetti da fibrosi cistica con insufficienza pancreatica grave e steatorrea, i valori dell’elastasi-1 sono molto vicini allo zero.
La diminuzione dei livelli di questo enzima nelle feci è significativa non solo in caso di patologia cronica del pancreas ma anche in altre patologie quali diabete mellito (tipo I e II), osteoporosi, malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa), celiachia, colelitiasi, AIDS ed insufficienza renale cronica. In presenza di una o più di tali condizioni cliniche è importante valutare una possibile insufficienza del pancreas esocrino in quanto il trattamento sostitutivo con enzimi pancreatici può migliorare lo stato nutrizionale e metabolico del paziente.
La determinazione dell’elastasi-1 rispetto agli altri parametri di laboratorio,utilizzati nella diagnostica pancreatica (amilasi ed attività della lipasi nel siero per la diagnosi di pancreatite acuta, e l’attività della chimotripsina nelle feci per la diagnosi di insufficienza esocrina pancreatica), presenta diversi vantaggi: semplicità, non invasività, alta sensibilità e specificità, scarsa variabilità intra-individuale, indipendenza da patologie gastrointestinali e da terapia sostitutiva concomitante.
IL DOSAGGIO DELL’ELASTASI-1 NELLE FECI RAPPRESENTA OGGI IL GOLD STANDARD PER LA DETERMINAZIONE NON INVASIVA DELLA FUNZIONALITÀ PANCREATICA.
Presso il Poliambulatorio Luisa è possibile eseguire il test dell’elastasi fecale ed avere l’esito nella stessa giornata in cui si è consegnato il campione di feci.